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1. LETTERING

Dal muro al libro. Cosa accomuna un writer ed un tipografo.

Tutto ebbe inizio per gioco. Si correva su 4 ruote, da ragazzini, consumando la gomma arabica dello skateboard sui mazegni1 veneziani. Corse frenetiche che producevano il suono di un trattore che combatte contro un cingolato. Si scalavano i ponti, si scivolava come surfisti sulla cera dei lumini spalmata al suolo, si compivano acrobazie sempre più ardite. Avevamo il nostro gruppo locale di riders: piccole pesti indomite, irraggiungibili, tanto veloci che le guardie non riuscivano nemmeno a percepire la polvere delle nostre fughe. Questo gioco, il nostro sport, ci spinse oltre i conf ini lagunari alla ricerca di nuovi spot, ostacoli da saltare, maniglie su cui volare, scalini da polverizzare.
Fu questa passione a spingerci in terraferma, portandoci fino al parco Albanese, detto Bissuola, dove incontrammo altri skaters più anziani. Mestre, all'epoca dei fatti, non era solo una periferia urbana di Venezia. Sebbene non fosse popolata quanto lo è oggi, viveva alcune grandi rivoluzioni della società. Fra i nuovi amici trovati, infatti, conobbi i primi writers italiani. Ora non mi pare tempo e luogo di divagare sulla storia dell'hip-hop, prima negli Usa e poi in Italia, posso però assicurarvi di aver incontrato i capostipiti di un movimento socio-culturale che ebbe inizio all'epoca dei fatti narrati, ma che continua anche oggi.
Cos'era dunque essere writer in quel tempo? Partiamo prima di tutto dal presupposto che le periferie erano un agglomerato di cemento e tubi di scarico, polveri sottili, piombo nell'aria. Il writer colorava questi spazi angusti, ma proprio come negli Stati Uniti diffondeva il suo nome, la sua firma, in un territorio il più vasto possibile, vuoi per dimostrare la propria superiorità alle bande rivali, vuoi per appagare il proprio ego, vuoi come esercizio stilistico. Bande, eccoci, io ero entrato in quella più grossa del parchetto. Non la più vecchia, nemmeno quella più stilosa, ma sapevamo il fatto nostro.
C'erano gli anziani, come in ogni disciplina, e c'erano i novizi. Furono questi anziani a darmi le primissime nozioni di lettering. Il letering per un writer non era solo calligrafia, tratto o movimento di una singola firma, si studiavano lettere complesse, comprendendone le caratteristiche, crendo nuovi stili, portando - nonostante sempre di vandalismo si trattasse - nuova aria all'arte moderna. Non è un caso infatti che proprio negli anni in cui scrivo, oggi, i galleristi di tutto il mondo si siano organizzati per scrostare dai muri le opere dei writers per metterle dentro ai musei.
Ma torniamo alla tecnica. I miei maestri insistevano e premevano perché coltivassi il mio stile in maniera di differenziarmi dagli altri. Lo scopo di essere unici non era solo superare le bande rivali, si prefiggeva l'obiettivo di essere facilmente ricordati. Non sembra anche a voi di aver sentito queste parole? Quotidianamente, quando si parla di loghi, illustrazioni, grafica, si usano le stesse parole. I miei maestri mi insegnarono cosa sono le aste, le grazie, gli apici, gli occhielli, parallelismi, analogie. E ancora oltre si studiarono legature, varianti, crenatura. Fare il writer, a tutti gli effetti, era una vera e propria scuola di tipografia: insegnamenti che mi porto nel cuore da 30 anni. Nonostante i termini tenici non erano quelli che conosciamo oggi iorno, la base tecnica era la stessa. Continua....

PARALLELISMI
Una delle prime regole di un buon lettering è imparare a creare linee rette o curve parallele. In questo esempio vediamo equidistanza fra due curve parallele, misurata fra i punti delle sue perpendicolari. Nei programmi di tipo cad/cam le parallele si ottengono facilmente tramite comando offset. Su illustrator tramite scostamento tracciato.
GRAZIE
Le grazie, serif. Questa buffa protuberanza sul fondo dell'asta è un elemento tipico di alcune forme di lettering urbano. In tipografia, sebbene maggiormente preciso e tecnico, questo prolungamento viene chiamato grazia, serif. Serve per creare continuità fra una lettera e l'altra, facilitando la lettura, che scorre più fluida.
LETTERING DIGITALE
NO. Questa composizione calligrafica, che potremmo definire Fraktur, sembra complessa ma è una semplice e schematica ripetizione di regole. Nel 2013 vinsi un concorso e la scritta venne pubblicata nel libro Typism - il primo di cinque - che raccoglieva le opere di 165 fra i migliori calligrafi mondiali, con lavori di Luca Barcellona, Sergey Shapiro, Jackson Alves, Jon Contino, Niels Shoe Meulman e molti altri.

1. I masegni sono le pietre che selciano le calli ed i campi di Venezia. Sono in trachite, una pietra di origine vulcanica che viene estratta in alcune cave localizzate nei Colli Euganei, nella vicina provincia di Padova.
1. I masegni sono le pietre che selciano le calli ed i campi di Venezia. Sono in trachite, una pietra di origine vulcanica che viene estratta in alcune cave localizzate nei Colli Euganei, nella vicina provincia di Padova.